Oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare per Garage D’Epoca Federico Fabbri (ig @d1fretta).
Laureatosi in Scienze dei Beni Culturali all’Università Statale di Milano sul parallelismo tra il romanzo ‘Il Disprezzo’ di Alberto Moravia e la trasposizione cinematografica di Jean-Luc Godard, Federico oggi collabora quotidianamente come editor e content supervisor con svariate testate italiane e internazionali, piattaforme online, brand automotive e non.
Le auto di ogni epoca sono una delle sue passioni più grandi e lo affascinano da sempre, sia dal punto di vista estetico sia da quello tecnico-emozionale.
Da quanto tempo sei un petrolhead e come è nata la passione per i motori?
I miei ricordi più lontani legati al mondo dei motori risalgono alla più tenera età — avevo all’incirca cinque o sei anni, quindi 1987-88 — quando guardavo i Gran Premi di Formula 1 insieme a mio padre, che non ha mai sopportato il calcio. In quel periodo vivevo in un piccolo paesino sul Lago di Como che, per motivi vari ed eventuali, è sempre stato frequentato da tante macchine di livello. Questa fase embrionale è stata poi finalizzata nel momento in cui, mio nonno, mi portò al Gran Premio d’Italia a Monza nel 1994. Appena vidi sfrecciare la prima Formula 1 sul rettifilo centrale, andai fuori di testa.
Sei proprietario di auto d’epoca? Se no, quale ti piacerebbe avere e perché?
Non è ancora un’auto d’epoca a tutti gli effetti, ma per diversi motivi ci si avvicina molto: possiedo una Mazda MX-5 del 1996 in British Racing Green. Motore anteriore, trazione posteriore, due posti secchi, cambio manuale.
Come ti immagini il futuro delle auto d’epoca in questo mondo sempre più proiettato sull’elettrico?
Il futuro delle auto d’epoca è già presente e le loro quotazioni in costante rialzo ne sono la prova più tangibile. Impossibile separarsene, impossibile non subirne il fascino.
Per te cos’è che rende cosí speciale e coinvolgente il mondo delle auto d’epoca?
Qui potrei scrivere per ore. Sintetizzando, posso fare un paragone molto semplice: cosa rende così speciale e coinvolgente estrarre un vinile dalla propria custodia, adagiarlo con delicatezza sul proprio giradischi e spostare la puntina nel punto esatto per apprezzare la propria musica preferita piuttosto che schiacciare il tasto play su Spotify? Ai posteri l’ardua sentenza.
Che auto guidi attualmente e perché?
Nei rarissimi sprazzi di tempo libero, guido la mia MX-5. E mi diverto. Sempre. Non possiedo auto moderne, anche perché, per via del lavoro che faccio, ho la fortuna di potermi mettere al volante di praticamente qualsiasi autovettura. Un privilegio non da poco e che, negli anni, mi ha permesso di togliermi tanti sfizi motoristici che fino a una decina d'anni fa pensavo sarebbero rimasti un sogno.
Testi: Angela Piazza
Foto: Federico Fabbri, D1Fretta