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Immagine del redattoreAngela Piazza

Bugatti e la fine di un’era: Chiron “L’Ultime“


Bugatti Chiron L'Ultimae

Questa edizione limitata a 500 esemplari sancisce la fine di un’era che ha segnato il mondo dell’auto di lusso con la celebre Bugatti Chiron, nota per essere la prima vettura stradale con 1.500 CV e la prima auto tra le stradali in produzione a superare i 480 chilometri orari. 



Chiron “L’Ultime” è un omaggio al primo modello, che era stato presentato al Salone di Ginevra nel 2016 per sostituire la Veyron, e si basa sulla versione Super Sport meticolosamente assemblata a mano nella fabbrica di Molsheim, in Francia.


L’Ultime colpisce immediatamente la vista di qualsiasi spettatore con dettagli unici ed impattanti.

Le tonalità utilizzate, “Atlantic Blue” e “French Racing Blue”, sono le stesse del 2016, ma sfumate in maniera diversa.

I coprimozzi presentano il logo 500 dipinto a mano – lo stesso è impresso nella parte inferiore dell’ala mobile – la bandiera francese è riportata sulle calotte degli specchi, sulla livrea dell’auto, dipinta a mano, si leggono una serie di luoghi ed eventi dove la Bugatti Chiron è stata protagonista dall’anno della sua produzione ad oggi.

Altro dettaglio iconico è il logo Bugatti, lo storico macaron, in blu, applicato al centro della calandra a ferro di cavallo, a contrasto sul French Racing Blue.



Ma è all’interno che l’auto rivela tutta l’eleganza che da sempre contraddistingue questa casa automobilistica: gli interni in pelle sono dipinti in “Deep Blue” e “Blue Carbon Matt”. Alcuni dettagli dell’auto, come il numero 500 cucito sui poggiatesta, la scritta “L’Ultime” sul supporto per la gamba sul tunnel, o il tricolore francese sui sedili sono tutti cuciti a mano. 

La SuperCar è alimentata da un W16 da 8,0 litri che eroga 1600 CV, ed è disponibile fino a 7.000 giri al minuto. Questo motore è abbinato a un cambio a doppia frizione a 7 velocità, che consente all’auto di accelerare da 0 a 200 km/h in 5,8 secondi.


Dite la verità, non fremete dalla voglia di provarla?




 

Testo: Angela Piazza

Foto: Bugatti press

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